IL COLLEGAMENTO FRA GLI ATTI TERRORISTICI DI MANILA E LA STRAGE DI PETEANO

Il 30 maggio 1972 il New People’s Army ha messo una bomba all’ambasciata vietnamese di Manila nelle Filippine, dove risiedeva lo Zodiac Killer statunitense George Hill Hodel, per simboleggiare che gli Stati Uniti avrebbero comunque dovuto vincere la guerra. Non a caso, il giorno seguente, l’ordinovista Vicenzo Vinciguerra ha piazzato una bomba su una FIAT 500 a Peteano, frazione di Sagrado, un luogo in provincia di Gorizia con simbolo una “X” massonica e pure un giglio, che richiama i rosacroce oppure il Priorato di Sion. La bomba è esplosa provocando la morte di 3 Carabinieri (Franco Dongiovanni, Donato Poveromo ed Antonio Ferraro), attirati sul posto da una telefonata anonima che segnalava la presenza di una 500 crivellata di proiettili lungo la strada da Poggio terzarmata a Savogna d’Isonzo. Peteano si trova per l’appunto lungo il fiume Isonzo ed il poggio è un sinomino di colle, a rappresentare il coinvolgimento di Hodel nella pianificazione dell’attentato. In base alla confessione di Vinciguerra, egli sarebbe stato aiutato nell’operazione da Carlo Cicuttini, militante del MSI di Giorgio Almirante che presentava una certa somiglianza con Patrick Wayne Kearney, complice di Hodel. Almirante si laureò con una tesi del rosacroce Dante Alighieri, autore della “Divina Commedia”, il libro per cui si uccide e per cui si collezionano schiavi per l’aldilà. Vinciguerra non si è dimostrato pentito per ciò che ha fatto, ma si è sentito in dovere di rivelare i meccanismi che hanno portato all’esecuzione del crimine, svolto nell’ambito della strategia della tensione e della costruzione del tirannico Nuovo Ordine Mondiale. Vinciguerra aveva svelato infatti al giornalista Allan Francovich l’esistenza della Gladio (fonte: https://www.youtube.com/watch?v=trGfQREzScY ), le cui basi erano nominate in base ai segni zodiacali, per dimostrare affiliazione dell’esercito clandestino al gruppo Zodiac. Il magistrato Felice Casson si è adoperato ai fini processuali di trovare le prove materiali della fornitura dell’esplosivo da parte di Gladio, ma non ci è riuscito, ad ogni modo al di là di dove sia stato repertato l’esplosivo, la regia alla base del misfatto è piuttosto evidente, come di consueto, con sullo sfondo il braccio di ferro fra il friulano Eugenio Cefis e Gianni Agnelli della FIAT dovuto a rivalità interne massoniche per acquisire maggiore potere.

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