I DELITTI DEL MICHIGAN

Fra il 1967 ed il 1969 avvengono 7 delitti in Michigan, nei pressi di Ypsilanti ed Ann Arbor. Compare quindi nuovamente il fattore Ann. Le vittime sono tutte studentesse, da qui deriva quindi il nome di Co-Ed killer. Ypsilanti è la località nominata in onore dell’omonima storica famiglia massonica sul cui albero genealogico aleggia il mistero. La località è nota per l’esperimento dei 3 Cristi di Ypsilanti ad opera di Milton Rokeach, uno psicologo polacco-americano. Rokeach aveva radunato nella medesima stanza 3 persone che sostenevano di essere Gesù Cristo. L’obiettivo dichiarato da Rokeach era di riporate i 3 alla realtà, in realtà lui stesso ammette di aver manipolato i pazienti, con risultati finali negativi. Laureatosi alla Berkeley University in California sponsorizzata dagli Hearst, Rokeach ha un passato nell’aeronautica e da scrittore. Dato che lui era professore all’università statale del Michigan, è certamente coinvolto direttamente nella pianificazione dei delitti. E’ chiaro che i delitti sono stati compiuti da più uomini. Una delle prime parole chiave è Bonneville, il nome di un cratere lunare, ma anche della Pontiac e della Triumph su cui vengono caricate rispettivamente la prima e l’ultima vittima. L’alpha e l’omega, l’inizio e la fine, il nome antico della Golden Dawn. A saltare alla ribalta è John Norman Collins, uno studente nato in Canada che viene ritenuto legato a tutte le vittime, perché risiedeva vicino a loro. Collins è un membro della fratellanza Theta Chi (con tanto di loghi con serpente, occhio degli Illuminati ed x fatta dall’incrocio fra 2 spade) e viene identificato già dopo il secondo delitto, ma viene semplicemente interrogato. Gli inquirenti non verificano neppure il suo alibi e lo lasciano andare. Lo ricattureranno alla fine di tutto, dopo che il sensitivo Peter Hurkos è entrato in scena. Hurkos parla di un assassino giovanissimo, nato all’estero, motociclista che avrebbe colpito un’ultima volta. Collins è quindi il ritratto di quanto descritto da Hurkos. Rimangono tutti sbigottiti quando l’ultima vittima (Karen Sue Beineman) viene vista salire proprio su una moto con un giovane, prima di essere uccisa. Il giovane si fa vedere tranquillamente dai negozianti, i quali identificano Collins, che finisce così in manette. Collins ammetterà nel 2013 in alcune lettere al cugino che il delitto è avvenuto al civico 1307 (1+3+7=11=giustizia) di Roosevelt (da Rosenvelt=colline di rosa) Road in casa di suo zio David Leik, che era un poliziotto diventato sergente proprio grazie all’arresto del nipote. L’assassino però secondo Collins era il compagno di stanza, Arnold Davis, ex militare che invece ha sempre puntato il dito contro Collins, anche se soltanto dopo l’arresto di Collins. Il terzo della banda era Andrew Manuel, un ladro con cui Collins è andato in California per affittare un caravan sotto falso nome e commettere un delitto, secondo quanto indicato dalla procura. Nei processi accadono però cose strane: l’avvocato Richard Ryan non fa il proprio dovere, sostenendo l’infermità mentale di Collins. Una scelta sciagurata, tanto che devono cambiare il legale, affidandosi a Neil Fink (l’avvocato difensore dei mafiosi Giacalone) e Joseph Louisell, con quest’ultimo che è vittima di un attacco di cuore quasi fulminante, ad indicare che la massoneria non voleva che Collins fosse difeso più di tanto. Collins rimane quindi in prigione senza via di scampo. Gli indizi contro di lui rimangono molti (soprattutto il dollaro canadese dell’Expo 67 sottratto ad una delle vittime) ed era coinvolto nei fatti, ma di certo era il capro espiatorio di personaggi più potenti. Il furto del medaglione preannunciava l’imminente omicidio di Hugh O’Connor (l’autore de “Nel Labirinto”, opera cardine dell’Expo 67) da parte di Hobart Ison in Kentucky. Tornando nel Michigan, l’uso di piante come la quercia velenosa occidentale è il segnale che c’erano esperti dietro alle torture, probabilmente soltanto un medico conosceva il giusto dosaggio per danneggiare la vittima e sarebbe inoltre interessante sapere se l’attore Sam Shamshak era in zona in almeno un’occasione. Hurkos era stato incaricato di aiutare il distretto nel caso dello strangolatore di Boston e, pur puntando correttamente i riflettori lontano da DeSalvo, si è fatto ammanettare l’anno seguente per essersi travestito da agente dell’FBI, nella speranza di raccogliere info da poi trasformare in rivelazioni frutto dei propri poteri psichici. Pur azzeccandoci a volte, Hurkos non è garanzia di affidabilità al 100% e potrebbe aver quindi ricevuto un’imbeccata da qualcuno che voleva chiudere velocemente la faccenda per allontanare i sospetti da sé, a maggior ragione se Hurkos era parte del sistema, in quanto uno degli invitati all’incontro (poi annullato) con LaVey, Leary e Bailey. A collegare la vicenda con lo strangolatore di Boston è il Dr. Ames Robey. Si punta quindi correttamente il dito su Peter Howard Denton, l’analista immunitario figlio di dottori ed infermieri transitato per l’accademia militare di West Point e ad Harvard, catturato nel 1961 per detenzione di esplosivi e poi autore di alcuni delitti dello strangolatore di Boston. Il fatto di legare indumenti intimi attorno al collo delle vittime era un marchio di fabbrica dello strangolatore unito alla lacerazione degli organi sessuali femminili ed alle mutilazioni, ma per depistare bisognava integrare il modus operandi di Boston/Cincinnati con colpi di pistola calibro 22 e con coltellate. Denton uccide quindi Jane Mixer, lascia di fianco a lei una copia de “Catch-22” di Joseph Heller e ne occulta il corpo nel cimitero di Denton, firmando il delitto. A finire in manette per il delitto di Mixer è Gary Leiterman, un rappresentante di medicine titolare di calibro 22, incriminato da Steven Hiller. In precedenza Leiterman era stato schedato per essersi prescritto illegalmente dosi di Vicodin, un farmaco derivato da oppiacei. A casa di Leiterman sono state ritrovate immagini pedo-pornografiche di una studentessa che posava incosciente in modalità simile a quelle in cui è stato rinvenuto il cadavere della Mixer. A smontare l’accusa è però la contaminazione del DNA uscito dal laboratorio, in quanto è stato trovato pure un campione del DNA di John Ruelas, un killer già condannato per l’omicidio della madre che però all’epoca del delitto della Mixer aveva soltanto 4 anni. Leiterman non poteva sapere che la Mixer aveva richiesto un passaggio per tornare a casa mediante messaggi pubblicati sulla bacheca del campus di Rokeach. Ad offrire un passaggio alla vittima è qualcuno che si è spacciato per uno degli studenti che era ad una recita teatrale. Anche Bradley Waring Schereschewsky dovrebbe essere considerato figura d’interesse nel caso, visti i suoi rapporti con Denton. Nelle vicinanze del cimitero c’è l’aeroporto Willow Run, costruito su un terreno di proprietà della Ford fondamentale per l’aviazione durante la Seconda Guerra Mondiale e poi donato all’università del Michigan, che l’ha utilizzato come dormitori nella zona non di proprietà di Kaiser-Frazer, poi GM. Nei dormitori è stato trovato un messaggio che indicava “Mixer” e la località di ritrovamento del cadavere. Guarda caso in Catch-22 si parla delle avventure dei piloti dell’aeronautica statunitense inviati in Toscana nell’isola di Pianosa durante la Seconda Guerra Mondiale. I piloti sono combattuti dal paradosso del comma 22, in quanto possono farsi esonerare dai pericolosi voli soltanto se sono pazzi, ma se chiedono di non volare non sono pazzi. Il dilemma mette a dura prova i ragazzi e rappresenta l’apparente possibilità di scelta multipla quando in realtà la soluzione è unica. I riferimenti al CID, la polizia militare legata anche ad Ulisse, il killer dello Zodiaco, che cita il corpo in una delle sue lettere. Si parla di un infortunio, il che spiegherebbe la pausa che si è preso il killer nel 1967. Magari è caduto da un toro per la legge dantesca del contrappasso. A parte gli scherzi, l’assenza dagli omicidi era dovuta alla partecipazione alla campagna del Vietnam. La calibro 22 era l’arma che Ulisse ha recuperato per i delitti del mostro di Firenze, uccidendo un militare in aeroporto a Pratica di Mare, nei pressi di Roma. Guarda caso poi Ulisse è diventato direttore del cimitero statunitense in Toscana, quindi evidentemente era lui il partner di Denton. Il gruppo di assassini usava come rifugio una fattoria, che è stata bruciata dopo essere stata scoperta dagli inquirenti. Il team ha poi lasciato 5 fiori lillà (lilac), a simboleggiare ognuna delle allora 5 vittime. Nella settima chiave della Golden Dawn, l’est è la casa della Vergine che manda elogi fra le fiamme della prima gloria. Questa è la linea dell’acqua e dell’aria chiamata Lilaczo. Tornando al delitto della Mixer (la cui traduzione è anche una bevanda analcolica, mentre pure Collins è il nome di un drink), la vittima viene rinvenuta il 21 marzo, il giorno tipico dell’equinozio di Primavera, in cui è importante il fatto che il sole attraversa l’equatore e si trova nel punto dello Zodiaco. Ad incastrare ulteriormente il marinaio Ulisse è il capitolo 39 di “Catch-22”, in cui a Roma appare l’ufficiale di rotta Aarfy, che uccide una donna dopo averla stuprata, ma la franca, perché lui era un servitore dei potenti e a nessuno interessa delle vittime. Nel 1970 esce il film di “Catch-22” ad opera della Paramount Pictures, con l’onnipresente Orson Welles (uomo Hearst che conosceva il potere della Rosa Rossa) nel cast. Ad interpretare “Aarfy” nel film è Charles Grodin, che aveva già recitato nel ruolo dell’ostetrico nel film “Rosemary’s Baby” di Polanski che include rituali di sacrificio satanico. Significativa anche la presenza di oggetti conficcati nella vagina di Maralynn Skelton (avvenuto pochi giorni dopo la morte della Mixer) e la costante di sottrarre oggetti alle vittime, che si ricollega al successivo delitto delle Fontanine di Rabatta ad opera dell’asse Zodiac/mostro di Firenze ed in generale ai delitti del Mostro.

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