COSA C’E’ DIETRO AL RITORNO DELLE BRIGATE ROSSE

I cittadini sono restii a nuove limitazioni alle libertà costituzionali di movimento e di intrapresa economica e quindi il Governo ombra deve rispolverare le Brigate Rosse per farci accettare un nuovo lockdown attraverso il ritorno alla strategia della tensione (evidentemente il terrorismo mediatico non è sufficiente). Le Brigate Rosse non sono mai state antisistema, in quanto hanno sempre protetto gli interessi dei loro padroni (il Governo ombra). Come scoperto dal mitico Paolo Franceschetti, il rapimento di Aldo Moro (che li ha resi famosi) è avvenuto 666 anni dopo il processo ai Templari e Moro morì durante la prigionia dopo aver scritto lettere alla figlia proprio come Tommaso Moro. Se poi consideriamo che il cadavere di Moro è stato fatto trovare in una Renault Rossa (RR) in via Caetani (noto dantista) presso il conservatorio di Santa Caterina (della Rosa) è evidente che si è trattato di un delitto rituale. I brigatisti godevano anche di accesso a garage dello IOR e a stampatrici dei servizi segreti, inoltre avevano un covo in via Gradoli, dove LI convertito dai numeri romani fa 51, il più alto grado del Priorato di Sion legato al Serpent Rouge. Sfoggiando il pentacolo esoterico, a 51 anni dalla riunione presso l’Hotel Stella Maris di Chiavari, le BR annunciano il loro ritorno a 41 anni esatti dalla morte dell’appuntato Luciano Milani, nativo di Bologna. Il 41 richiama il 41-bis che la Falange Armata del Monastero di Sion/Rosa Rossa voleva cancellare. Proprio da Bologna è stata spedita la nuova lettera con minacce (non esplicite) a Zaia e a Bonaccini. Si tratta di due personaggi che non hanno mai mosso un dito contro i sicari dell’economia, quindi è evidente che le minacce sono soltanto show mediatico per poi dare credito ai politici quando si dipingeranno da eroi per aver sconfitto il virus e le BR senza però distruggere la regia che è alla base di tutto. L’attentato molto probabilmente ci sarà in data 19/11, per screditare i cosiddetti “negazionisti”, ossia persone sane che si rifiutano di chiudere la propria attività per andare agli arresti domiciliari senza ricevere sussidi economici adeguati.

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