LA BANDA DELLA UNO BIANCA E LA BANDA DEL BRABANTE-VALLONE

E’ importante analizzare il ruolo della banda dei fratelli Savi nell’agevolare la #strategiadellatensione . Ufficialmente dietro alla #UnoBianca c’erano soltanto la targa, i fanali ed il paraurti, in realtà c’era un apparato occulto militare molto potente, con la Gladio/Falange Armata in prima linea coadiuvati dai servizi segreti e da fratellanze massoniche/gesuitiche/crowleyane/nobili. A livello esoterico si nota subito che i Savi dell’antica Grecia vissuti nel 7° secolo a.C. erano 7 e 7 sono i componenti della banda che hanno terrorizzato l’Emilia Romagna per 7 anni e che sono stati processati in data con somma delle cifre pari a 7. La vicenda si conclude definitivamente con la morte del padre dei Savi, avvenuta per la legge dantesca del contrappasso proprio in una Uno bianca con in auto 7 scatole di sonnifero in data con somma delle cifre pari a 41. L’obiettivo era stato raggiunto: oltre ad aver seminato il panico, si sono fatti numerosi passi avanti verso il globalismo attraverso la fase intermedia (UE), complice anche il meeting di Napoli del vertice economico europeo del ‘94. La banda di terroristi dimostra subito dimestichezza con l’uso di armi pesanti, il che denota addestramento militare. Per essere credibili e portare avanti l’opera del killer dello Zodiaco (nome in codice: Ulisse), i poliziotti corrotti dovevano necessariamente fare riferimento all’acqua, il che spiega l’utilizzo iniziale della Fiat Regata ed il coinvolgimento di Marino Occhipinti nella banda. La banda utilizza approcci diversi (prima rubano tanto e sparano poco, poi sparano tanto ed arraffano poco e poi fanno una via di mezzo), il che dimostra che accumulare denaro non era il principale scopo della regia occulta. Il primo colpo avviene in data 41 e la data si ripete in altre occasioni. Il 41 è il riferimento al 41-bis, la legge che prevede il carcere duro per i membri della criminalità organizzata, terroristi e chi ha partecipato a progetti di eversione. Evidente quindi il piano dei falangisti, che traggono origine dal movimento franchista. L’eversione di destra era interessata prima di tutto a restare impunita. Anche l’auto principale scelta per le rapine non è casuale. Prodotta dalla FIAT degli Agnelli (imparentati coi Rothschild), il mezzo si chiamava Uno (numero figurato che rappresenta un esagono stellato, che contiene 13 stelle nello stemma degli USA) ed il colore era bianco, così come la razza ariana, necessaria da promuovere pur di rilanciare lo spauracchio nazista. L’auto privata di Roberto Savi era una Lancia The(le)ma (richiama l’esagramma crowleyano) e Roberto era il 26° sulla lista dei possessori di uno dei fucili d’assalto (con somma delle cifre pari a 7 o a 16) utilizzati nelle rapine, ma non fu inizialmente sospettato, nonostante il gruppo colpisse spesso in data con somma delle cifre pari a 26 in quel periodo. Roberto aveva una relazione con una nigeriana (Stella), il cui nome è associato ai Savi nella “Commedia” dantesca e richiama la carta n. 17 dei tarocchi Rider-Waite ma anche la setta crowleyana della Stella Matutina. Un altro dei fratelli Savi abitava a Torrione (torre=carta n. 16) e le Torri richiamano la strage del Pilastro, rivendicata ben 7 volte dalla Falange, la prima volta in data 7/1. La banda ha compiuto in tutto 24 omicidi, 24 come il n. dei protocolli dei Savi di Sion. Una volta ultimato lo scopo, la banda doveva scomparire e ciò spiega la sostituzione del procuratore a capo delle indagini (Roberto Sapio, in alcuni casi indicato come “Savio”) con Paci, stesso cognome dell’ultima vittima dei Savi.Tutto studiato a tavolino e, quando l’inchiesta finalmente decolla, vengono catturati tutti, compreso Roberto Savi (detto il monaco) e la misteriosa Eva Edit (=modifica, richiama l’MkUltra della CIA detto anche controllo mentale) Mikula, romena-ungherese di Baia Mare avente 2 carte d’identità e molti segreti da nascondere. I Savi fanno infatti credere che esistesse un’altra Eva Mikula che ballava presso il night club Crazy Love di Rimini gestito da Nicola Monaco, poi arrestato nel 2015 per sfruttamento della prostituzione. Leggendo fra le righe si ricava il messaggio subliminale con riferimento alla setta segreta del Monastero di Sion, ordine templare/rosacrociano francese che deve difendere la stirpe del Serpent Rouge. Non a caso il serpente è una figura chiave nei protocolli ed il superpoliziotto Michele Giuttari aveva indicato il Basilisco come il mandante delle stragi del ’92 e ’93 della Falange Armata Carceraria che si avvaleva di Uno bianche e di FIAT Fiorino. Nell’inchiesta relativa al traffico di mercurio fra Italia ed Ungheria, si parla del coinvolgimento di un noto personaggio milanese proprio nel tempo in cui il Cavaliere prese il potere, beneficiando di Tangentopoli e dell’amicizia con quel Dell’Utri condannato per associazione mafiosa. Monaco è anche il cuore della Baviera, dov’è stato fondato nel 1776 l’ordine degli Illuminati dal gesuita Adam Weishaupt. A Monaco nel 1980 è avvenuta la strage dell’Oktoberfest e la stessa è una città legata alla banda dell’NSU, la versione tedesca della Uno bianca. Ma tutta questa storia è iniziata dal Belgio, con la banda del Brabante-Vallone, responsabile di 28 omicidi con medesimo modus operandi. 28 come la somma fra il canto n. 6 del Purgatorio ed il versetto 22 della Divina Commedia in cui si parla del Brabante, nella persona del conte Pierre de la Brosse, personaggio assimilato a Pier della Vigna, mentre Sigieri di Brabante è contrapposto a Tommaso d’Aquino. Dopo quanto sperimentato col mostro di Firenze, si denota il coinvolgimento del colonnello Michael Aquino (Tempio di Set, NSA, Pentagono) ed era quindi necessario che il principale sicario fosse Pierre Brosse. Al momento è stato arrestato solamente Jean-Marie Tinck (detto il marinaio) e nessuno prima d’ora ha mai fatto questo collegamento. Brosse appare in un rapporto della Commissione europea (legata al conte rothschildiano Davignon del Bilderberg e sospettato di coinvolgimento nel caso Dutroux) del 19/10/1994 scritto in tedesco e pubblicato a Bruxelles, riguardante la commercializzazione e la produzione del latte. Brosse risulta residente a Monistrol-sur-Loire, comune che ha come simbolo un Gladio. Anche l’occupazione del personaggio fa riflettere: si tratta ufficialmente di un contadino, così come Pacciani, che nel ’94 ha subito un processo. Scorrendo nuovamente la Divina Commedia (“per 7 porte intrai con questi Savi”) poco dopo i passi sopra citati, si parla di Monaldi e di una Firenze tranquilla. Infatti, lo stragismo belga termina proprio nell’anno in cui cessa l’escalation del mostro fiorentino. Il bersaglio preferito dalla banda è stata la catena di supermercati Delhaize, che ha come simbolo il leone, simbolo presente anche nella casata dei Rothschild francesi ma anche nel territorio colpito. Negli antichi commenti relativi ai protocolli di Sion pubblicati dall’FBI, si legge che leone è anche l’animale a cui secondo l’ebreo Hecht (stesso cognome del personaggio legato in qualche modo ai primi delitti del 27Club dopo la liberazione di 27 terroristi da parte dell’Irgun) avrebbero dovuto dare in pasto Gesù.

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